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All’inizio del progetto HRC Bautista pensava ‘Perché sono qui…? Ho finito la carriera’

Monday, 26 October 2020 10:33 GMT

Lo spagnolo in un’intervista ha rivelato il motivo per cui nelle prime fasi la nuova esperienza con Honda era più di una sfida. Credeva che la moto fosse 'impossibile da guidare’.

Il Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2020 è terminato ma non mancano i motivi di interesse anche nel corso del post stagione. Tra questi ci sono anche le prestazioni della nuova Honda CBR1000RR-R SP Fireblade con cui Honda per la prima volta è tornata in forma ufficiale nella classe regina delle derivate di serie da dove mancava dal 2002. Dopo l’ultimo Round della stagione Alvaro Bautista ha raccontato che all’inizio di questo nuovo progetto era molto preoccupato.

“Onestamente, parlando chiaro, la prima volta che ho provato questa moto ho pensato ‘m…’! È impossibile da guidare!’ Non mi piace niente di questa moto”. “Nei test invernali, niente! Pensavo, ‘perché sono qui?’ Poi però abbiamo iniziato a lavorare ma anche nei test di gennaio e febbraio faticavamo molto”.

Bautista nel corso della prestagione è stato superato costantemente dal suo compagno di box in casa Team HRC Leon Haslam. Lo spagnolo ha detto: “Non avevo feeling con la moto, non riuscivo a trovare il limite ed ero tre secondi più lento rispetto agli altri. Per me era un disastro. Pensavo di essere arrivato alla fine della mia carriera; credetemi, ero molto, molto preoccupato per questa stagione”.

Bautista però ha ben presto trovato un bel passo e un bel feeling con la Honda: “Fortunatamente abbiamo lavorato molto sul setup della moto, sull’elettronica e quando la stagione è ripresa a Barcellona ho iniziato ad avere sensazioni diverse. Pensavo, ‘Wow! Davvero un gran cambiamento!’ In Giappone hanno lavorato sull’elettronica, sull’erogazione di potenza e anche su altro in base a quello che avevamo richiesto dopo l’Australia e fortunatamente abbiamo fatto un grande passo avanti acquisendo fiducia”.

“Dopo la gara di Jerez siamo migliorati ancora e sono migliorate anche le sensazioni in sella alla moto. Ad Aragon ho visto che potevo lottare per il podio ma poi ho iniziato ad andare oltre il limite. Ogni volta ho provato a essere vicino alle prime posizioni ma quando sono andato oltre il limite, sono caduto. Ora sono convinto che questo progetto possa arrivare a dei buoni risultati ma all’inizio ero preoccupato!”.

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